Le speranze di Max Panari di conservare il titolo si sono spente insieme al
motore della sua A-112, pochi metri dopo aver concluso e vinto la prova
speciale numero 5 della Transvalle 2003, ultima sfida a calendario per il
Trofeo Moving History. Ma a quel punto, a dire il vero, il confronto diretto
con Bossi, l’avversario di tutta la stagione, aveva già preso una brutta
piega e per il modenese ci sarebbe voluto un mezzo miracolo nella seconda metà
della gara per tentare un recupero. Fra i due leader della classifica si erano
inseriti autorevolmente piloti di grido come Pantaleoni, Silvestri e Tironi,
tutti impegnati nel Trofeo e con precise velleità di classifica. Anche
Maccaferri, in lotta per il terzo posto ha dovuto inseguire fin dall’inizio
con la sua Alfa Romeo, ma il suo duello con l’Austin Healey di Bruno Tironi
è rimasto incerto fino alle ultime battute della giornata.
Il tempo inclemente ha reso ancor più difficile il percorso e le varie
prove di abilità e i piloti si sono dovuti impegnare al massimo. Visibilità
spesso compromessa dalla pioggia e temperature polare erano in netto contrasto
con una stagione che era stata tutta accompagnata da bel tempo, ma sicuramente
lo spettacolo ci ha guadagnato. Bossi ha preso il comando alla partenza a
Fiorano e non lo ha ceduto fino alla fine, da vero e assoluto dominatore,
aggiudicandosi due prove speciali, e chiudendone tre al secondo posto con
distacchi minimi. Nulla ha potuto Panari e Carlo Pantaleoni, vincitore nel
2001 ha fatto il possibile per reggere il passo del bergamasco. Alla fine,
quando il leader ormai passeggiava rilassato, l’estremo tentativo di
ricupero è stato invece un mezzo disastroso, facendo perdere al figlio
d’arte modenese anche la seconda piazza a favore dei bolognesi
Silvestri-Albertoni, in forte crescendo nel finale della stagione con la loro
Triumph TR4A.
Sornione
e discreto, Bruno Tironi allungava nel finale su Maccaferri, giungendo quarto
assoluto e conquistando così in extremis il terzo posto nel Trofeo Moving
History, mentre per il pilota di San Cesario rimane la soddisfazione della
vittoria di classe a conclusione di una stagione discontinua ma comunque ricca
di ottimi risultati. Al quinto posto si inserisce la Giulietta Spyder dei
bolognesi DalleOlle-RighiGrimaldi, mentre Imbrogno, vincitore della prima
edizione arriva settima, giusto
davanti al genovese Ferretti, con una Mini Cooper molto più giovane. Seguono
l’Alfa Montreal di Neri padre e figlio, la Fiat 124 Spyder di
Zenesini-Guaita, la Mercedes Pagoda di d’Antuono-Ferrari e le due Porsche di
Nironi-Bezzi e Guerzoni-Guerzoni. Sprazzi interessanti anche da parte del
solito Galavotti, che con la sua Ferrari si inserisce sempre più spesso tra i
protagonisti assoluti e una prova clamorosa del pilota di CastelSanPietro
Vannini, che ha compiuto l’impresa di un percorso netto alla difficile prova
dei bersagli ruota, notoriamente bestia nera di molti piloti anche esperti.
Sulla Piazza Libertà a Maranello, concessa anche quest’anno come
ottima cornice ad una manifestazione in forte crescita, dopo la spettacolare
prova conclusiva, che ha visto prevalere su tutti la fantastica Ford
Thunderbird del 1958 guidata da Claudio Orlandini, è stata festa grande. Con
la presenza di un buon numero di spettatori, nonostante la pioggia ed il
freddo, gli applausi strameritati per tutti gli equipaggi sono stati spontanei
e generosi. Va sottolineata la grande sportività di tutti gli equipaggi e
l’abbraccio tra Panari e Bossi in segno di reciproca stima e amicizia e a
conclusione di una bellissima e leale lotta durata praticamente per tutta la
stagione. Premio speciale assegnato attraverso una votazione popolare alla
splendida e imponente Austin Princess del 1953 dell’equipaggio schledense
Formilan-Formilan, acclamata con grande maggioranza dal pubblico e incoronata
“AutoNobile 2003”.
mh-team