Biturbo Club Italia  12/04/2001                                      A g g i o r n a m e n t o                           n o v e m b r e                            2 0 0 2                                        A g g i o r n a m e n t o                              n o v e m b r e                             2 0 0 2                                        A g g i o r n a m e n t o                              n o v e m b r e                              2 0 0 2                                        A g g i o r n a m e n t o                              n o v e m b r e                              2 0 0 2                                         A g g i o r n a m e n t o                              n o v e m b r e                              2 0 0 2                                        A g g i o r n a m e n t o                              n o v e m b r e                              2 0 0 2

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Convention "Liberiamo Le Nonnette"

Incontro A.A.V.S. 
BOLOGNA  5. ottobre 2002

I rappresentanti del “comitato” hanno avuto il sospirato incontro con gli amici della AAVS (Associazione Amatori Veicoli storici). Il Presidente AAVS Vittorio Klun ha esposto chiaramente quali sono le problematiche future in particolare nella prospettiva del nuovo Codice della Strada e delle future (2004) normative europee che tenderanno ad eliminare completamente le auto non catalitiche.

In base a ciò e per i vari interessi in gioco appare quanto mai improbabile una deregolamentazione totale delle storiche. Se da una parte infatti bisogna fare i conti con i vari movimenti ecologisti per il vero o presunto inquinamento dall’altra ci troviamo a discutere con apparati burocratici cui apparentemente sta molto a cuore il problema della sicurezza magari sollecitati dagl’interessi delle case costruttrici che spingono per un maggior turn over del parco circolante. Per quanto concerne infine i regimi d’esenzione dalla tassa di possesso bisogna confrontarsi con le necessità di bilancio delle regioni che, stante la notevole mole di auto ultra ventennali ancora circolante, non vogliono o non possono rinunciare agli introiti che ne derivano; questo soprattutto al centro e sud Italia dove maggiore è la concentrazione di tali veicoli.

E’ evidente quindi che necessiti una regolamentazione del settore con proposte accettabili da parte degli appassionati onde evitare irrigidimenti legislativi che potrebbero portare ad una drastica limitazione delle deroghe alla circolazione; ciò anche per le agevolazioni fiscali.

 

Su tali premesse si basa quindi la proposta di legge dell’On. Pasquini per la riforma del C.d. S. che prevede la certificazione di “storicità” da parte di diversi Enti che non possono essere certamente eliminati radicalmente quali Asi ed i registri di marca. A ciò vengono aggiunti tutte le associazioni riconosciute dalla FIVA (federazione internazionale veicoli storici). La novità che porta AAVS è la NON obbligatorietà associativa. Tanto ricalcando ma in modo più liberale quanto previsto dall’attuale Art 215 del regolamento di attuazione del C.d.S.

In altri termini viene distinto il momento certificatorio, demandato ad enti tecnici di comprovata esperienza, necessario per l’accesso ad un diritto oggettivo da quello, del tutto volontario e soggettivo, associativo per altri fini (partecipazione a gare, manifestazioni eccetera)

I rappresentanti del “comitato” condividono completamente l’orientamento di AAVS in proposito che appare sicuramente meno restrittivo di quello adottato dall’ASI.

Anche la attuale procedura seguita da AAVS per il rilascio del “certificato storico” appare più snella e meno onerosa di quella ASI.

E’ sufficiente infatti la compilazione della modulistica con le caratteristiche tecniche del veicolo cui allegare copia dei documenti e 2 foto. Il tutto ad un costo contenuto in 15 euro e senza obbligo associativo.

Da segnalare per AAVS sia l’accredito internazionale FIVA, garanzia di serietà e competenza con voce anche a livello comunitario che il recente accordo di “reciprocità” avuto con la CSAI per cui il “certificato storico” di AAVS è equiparato a tutti gli effetti alla “fiche” di omologazione CSAI per la partecipazione a gare ufficiali nazionali ed internazionali. Riteniamo che questo riconoscimento sia un ulteriore motivo a conforto della serietà e del credito che AAVS ha presso altre associazioni importanti quali la CSAI appunto. Leggendo tra le righe si potrebbe anche desumere una certa univoca veduta d’intenti tra AAVS e CSAI tale da dare maggior peso alle due associazioni nelle opportune sedi legislative.

La proposta di legge dell’On. Pasquini prevede inoltre il rilascio di una targa aggiuntiva (“H”, historic) che identifichi rapidamente il veicolo storico. Detta targa verrebbe rilasciata non dai  singoli enti bensì dalla motorizzazione civile o simile previa esibizione del “certificato di storicità” e ciò comporterebbe il riconoscimento ufficiale (forse anche con annotazione nei registri PRA) della storicità del veicolo anche a livello europeo dove si va incontro ad una regolamentazione unica, sia per i criteri temporali dettati dalla FIVA sia per le future limitazioni che a partire dal 2004 verranno attuate in conseguenza dell’applicazione della normativa comunitaria circa la circolazione dei veicoli non catalitici.

In proposito appaiono destituite di fondamento alcune notizie stampa secondo cui dovrebbe esservi una “rottamazione obbligatoria” per le auto con più di 10 anni. Ricordiamo infatti che l’obbligo catalitico scatta nel 92 per cui le auto costruite posteriormente sono tutte catalizzate mentre altrettanto non si può dire di quelle di costruzione anteriore. La notizia, enfatizzata dalla stampa per voce dell’On Matteoli, dovrebbe a nostro avviso essere interpretata solo come una limitazione (se non addirittura un divieto) di circolazione delle no-kat salvo quelle regolarmente certificate “storiche” che comunque saranno soggette ad alcune limitazioni (es. divieto di circolazione in autostrada  per veicoli particolarmente anziani con impianto frenante solo su un asse eccetera). Non possono comunque escludersi altre limitazioni anche per veicoli più recenti.

Certamente il problema sussiste perché fissando il limite per la storicità ai 25 anni all’entrata in vigore della normativa (2004) vi rientrerebbero solo esemplari costruiti sino al 1978 escludendo modelli ed esemplari posteriori parimenti degni d’interesse collezionistico/amatoriale. Basti pensare ad alcune “Ferrari” od anche a macchine più modeste che però hanno una valenza storica sia come fenomeno di costume che per innovazioni tecnologiche (ad esempio primi airbag o ABS di serie ed altro).

E’ chiaro quindi che il problema interesserà prevalentemente coloro che usando abitualmente per lavoro o diporto il veicolo si troveranno “costretti” a cambiare la vecchia no-kat. Ma da qui a parlare di vera e propria “rottamazione obbligatoria coercitiva” ce ne corre.

Peggio ancora chi ha inteso tali notizie come il “ciclo max di vita” ammesso per le auto; dopodiché kat o non kat sarebbero destinate “ope legis” alle presse!!!

Semmai il problema sarà per “come” conservare quei modelli degni d’attenzione sino al raggiungimento dei 25 anni.

AAVS anche a livello europeo tramite FIVA è impegnata alla soluzione e ci sono delle ipotesi di lavoro che però dovranno adeguatamente essere valutate considerati gli interessi contrastanti (verdi, ecologia, case automobilistiche eccetera).

Da sottolineare inoltre che la revisione della normativa FIVA è graduale secondo il seguente schema:

22 anni nel 2002-2003

23 anni nel 2004-2005

24 anni nel 2006-2007

25 anni dal 2008 in avanti

Ciò, se armonizzato con la richiamata normativa UE, potrebbe portare ad una maggior tutela del patrimonio motoristico anche se rimane sempre un “buco” iniziale di circa 9 anni per le no-kat (termine a regime 1983, introduzione della catalizzazione obbligatoria 1992 = 9 anni di “interregno”).

 

Come si può desumere da questa breve relazione i problemi sul tavolo sono molteplici e non crediamo di poterli risolvere solo con la buona volontà individuale che sino ad oggi ha contraddistinto gli amici della goliardica “Associazione Culturale Amici dell’ASI-NO”.

Il “movimento” sorto per spontanea associazione trasversale di amanti old-timer è stato sicuramente utile per confrontare le idee anche con azioni coronate più o meno da un certo successo e credo abbia dato una bella scossa all’ambiente. Il tutto purtroppo però solo a livello d’iniziative personali anche se coordinate dalla manovra occulta del “grande vecchio”.

Ora però è tempo di cambiare: non ci si può presentare né da soli né tanto meno nella “stanza dei bottoni” travestiti da giullari e deve essere chiaro che il “Golia” di turno non è uno soltanto come sino ad oggi si era forse pensato; quindi dimentichiamoci i tanti piccoli “Davide” che contro tali strapoteri avrebbero vita durissima.

Con questo non si vuol dire che l’ASI-NO è morto ma semplicemente che rimane nascosto nell’animo pronto a drizzare di nuovo le orecchie semmai ce ne fosse bisogno.

E’ giunto il momento di passare ad un’azione più coordinata cercando gli “appoggi” giusti per non essere nuovamente fagocitati dai soliti noti “nemici”. E credo che nessuno della “confraternita” sarebbe lieto di dover foraggiare “obbligatoriamente” chi sino ad oggi è stato combattuto. Fosse altro per una questione di dignità!

 

E’ in base a tali considerazioni quindi che il “comitato” ritiene di poter caldeggiare l’adesione in massa ad AAVS così da rafforzarne il peso sia a livello nazionale che europeo.

Di fatto anche per contatti avuti con il segretario Alvise Orso successivamente all’incontro la politica di AAVS è condivisa dal “comitato”. AAVS infatti non pone discriminanti e tutte le azioni in  difesa del collezionismo vengono portate aventi nell’interesse di tutti, associati e non.

A parere del “comitato” d’altra parte gli amici della “confraternita” vedrebbero tutelati i loro interessi da persone competenti ed ascoltate da chi poi infine decide.

 

Questo è quanto discusso nell’incontro del 5 ottobre scorso

Il “comitato”


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